lunedì 9 dicembre 2013

Amore a sotto zero

Mamma mia..e' quasi un mese che non scrivo sul blog. Perdonatemi, non solo ero molto impegnata, ma ho anche una buona scusa.

Mi sono innamorata.

Ed essere innamorati richiede un grosso impegno.

La nostra e' la classica storia iniziata in odio e trasformatasi in amore.
Cosi'.
All'improvviso.
Ci siamo guardati e ci siamo detti quelle belle cose che si dicono gli innamorati. Incluse di timidezza e insicurezza, tenerezza e curiosita'.

La prima avvisaglia e' arrivata volando su un fiocco di neve. Non un fiocco qualsiasi. Un fiocco semplicemente p e r f e t t o. Lo guardai un giorno e, col cuore gonfio di emozione, capii di aver visto qualcosa di unico, di speciale. Una scintilla d'amore travestitasi di gelo che scendeva piano davanti a me.

Ma chi l'ha detto che al freddo non possono nascere le passioni?

La nostra storia si e' poi evoluta nel tempo.

Quel fiocco di neve si e' moltiplicato portando altri mille brividi innaspettati. Il gelo si e' sciolto e quella passione e' sbocciata al completo sotto al sole di un'estate che mai me la sarei aspettata tale.

Un anno e' passato.

Un anno di pensieri fugaci e incontri difficili
Un anno di "quanta fatica per arrivare da te ma quanta bellezza poi"
Un anno di "sembriamo provenire da due pianeti diversi ma ci capiamo"

Un anno dopo il quale la nostra storia non e' piu' un segreto anche se sono in molti coloro che si stupiscono della nostra relazione e non mi danno troppa retta. I piu' dicono che sono esagerazioni, che non se lo sarebbero mai aspettato di vederci stare insieme cosi bene, di sentire come siamo in sintonia e di come tutto sommato riusciamo a capirci. Questo e' quello che Loro pensano. In fondo credo che dicano cosi per paura di vedere come mi riesce facile innamorarmi. Quanto a me..beh..devo ammettere di esserne sorpresa anch'io. Chi l'avrebbe mai detto? Un amore a sotto zero alla mia eta'.

Ne ho parlato con Ale.  Per fortuna, non sembra essere troppo geloso. L' ha presa abbastanza bene.
Meno male, perche' ci dobbiamo convidere entrambi con questa mia passione. Comunque confessa di essere abbastanza stupito della cosa.

Pure io lo sono.

Non me l'aspettavo proprio di amarla Mosca. Non di amarla cosi o comunque non di amare anche i lati meno facili ed immediati, la sua lingua astrusa, la sua gente, il suo clima. Credevo che dopo l'estate la nostra storia sarebbe finita. E invece... eccomi qui ad accogliere la neve con sentimento di appartenenza, a vedere  Ironiya Sudby come un russo a capodanno, ad intenerirmi con Cheburashka come un bambino sovietico....

Vi lascio con alcuni pezzi di una delle canzoni che fanno da colonna sonora alla nostra storia d'amore.

In questa melodia sono racchiusi alcuni dei tesori che ho raccolto in questo primo anno a Mosca.

Everything was not settled at one,
Moscow was not build in a day,
Moscow didn't believe in tears,
But believe in love
Powered with snow
The hibernating foliage
Will find its way to warmth
And the tree - to the soil

Alexandra Alexandra,
This city is ours together
We have become its fate
Have a look at its face
No matter what happened before
Its satisfied all your sorrow
The Garden ring became
Our engagement ring!

Rowans painted Moscow
The oaks became princes,
But it was them, but the ash trees
That grew without asking.
Moscow doesn't hope in vain
That they all be dressed in foliage
Moscow will find for trees
Even a small edge of land

Alexandra, Alexandra
What it twisting ahead of us?
That the seed from an ash tree
Waltzing over the pavement
An ash tree overlooking a village
Has joined the Viennese waltzes
It will make its way, Alexandra
It will breath Moscow

Moscow didn't hide from troubles
Moscow have seen it all
But all the troubles
And sorrows bowed before it
The love for Moscow doesn't come fast
But it's true and pure
The way a mother's love
Is stronger than any others


Moscow doesn't believe in tears, 
Film 1979






mercoledì 13 novembre 2013

L'arte del saluto e i Coldplay


Quello del salutarsi e' un'arte che tutto sommato s'impara. Il segreto e' stringere il cuore quando arriva il momento e cercare di guardare oltre.

Avete mai provato a metterlo in pratica?

All'inizio sembra manchi perfino il respiro ma poi quel respiro arriva e pian piano il cuore batte al solito ritmo.
Penso sia questione di pratica.
La sottoscritta e' un'esperta nel campo.
Nel bene, e nel male.

Ricordo il primo vero saluto come se fosse stato ieri. Avevo 10 anni e lasciavo indietro un intero mondo per andare su quello che allora mi sembrava un altro pianeta.

Erano due citta' a 2000 km di distanza.
Per me erano 2000 cose che non avrei piu' fatto ma anche 2000 nuove che avrei scoperto.

C'erano lacrime in quel saluto, c'era la sensazione di una perdita ma c'era anche una grande emozione, quella che accompagna le novita'.

L'una bilanciava l'altra.

Quel saluto si e' poi ripetuto per molti anni e piu' passava il tempo meno doloroso lo sentivo addosso.

Avevo imparato a stringere il cuore.

Di saluti importanti ce ne sono stati poi altri. Non solo quello che si ripeteva quando ogni estate lasciavo la mia Spagna per tornare in Italia ma anche la partenza per l'Erasmus, quella per Singapore...il triste addio a Londra...

All'arte di stringere il cuore e guardare oltre ho poi aggiunto altre sottigliezze come salutare velocemente, quasi facendo finta che ci si veda il giorno dopo. Non sempre funziona alla perfezione ma aiuta.

E cosi tra uno e l'altro sono passati 22 anni di saluti...

Nel mezzo, tra una stretta di cuore e il ritorno alla normalita', tra i giorni che passano tranquilli e quelli che si bloccano in nostalgici pensieri ci sono loro. Le riflessioni.

Spesso arrivano quando meno te lo aspetti. Un profumo, un nome, risolleva il coperchio, riapre il libro...e quel saluto "mancato" si manifesta in tutta la sua crudeltà'. Pessimistici pensieri di occasioni mancate si impossessano di me e mi fanno di nuovo mancare quel respiro che credevo domato.

Come ieri. Nuotavo e, tra una bracciata e l'altra c'era questa canzone.
Non la mia canzone preferita.
Nemmeno un gruppo che amo particolarmente, eppure una melodia preziosa perche' in lei e' custodita un momento speciale. Il  ricordo legato a un saluto che ha trovato spazio per riemergere dentro e fuori di me.

Ecco. Un'altra sottigliezza nell'arte del salutare e' saper creare e custodire quei ricordi per poi usarli nel momento del bisogno. Magari quando ci manca un'amica e si e' in piscina e ci viene in mente dei pomeriggi passati insieme.

(* Pauli esto es para ti...)







martedì 5 novembre 2013

Ottobre a Valencia

Lo so, sono passate piu' di due settimane dall'ultimo post ma in vacanza il computer non ci piace. E in quelle due settimane, noi eravamo in vacanza.

Dopo un mese e mezzo, settembre ed ottobre per la precisione, passati sotto pioggia (e neve!) abbiamo deciso che ci stava un ulteriore dose di vitamina D e siamo volati a Valencia dai nonni. Una dieci giorni di sole e jamon. Ole'!

Ecco alcuni degli scatti della nostra vacanza oltre a: 10 motivi per cui scegliere Valencia per una mini vacanza fuori stagione con i bimbi.

1. SOLE 
Avete presente quando l'estate finisce e arriva quel tempo malsano di fatto di pioggia e umidità'? Quando si comincia a tirare fuori i cappotti e si maledice quella volta in cui si disse che faceva troppo caldo? Tenete conto che a Valencia c'e' un' altissima probabilita' che l'estate sia ancora presente anche in autunno.

2. ALLEGRIA
Gli spagnoli combattono la crisi con l'allegria. Provate ad immergervi nella loro sana e sincera voglia di ridere. E' contagiosa!

3. LOW COST
Parliamo di alloggi ad esempio: una quadrupla bella, economica e in una buona posizione? Provate con la catena di ostelli di lusso roomsdeluxe. Una doppia (o quadrupla) con bagno a soli 49 euro a notte, a camera. Provato per voi!

4. BABY FRIENDLY
A Valencia non troverete bar attrezzati con seggioloni e giochi per i bambini se e' quello che credevate ma il bel clima vi permettera' di stare sempre all'aria aperta, anche la sera a cena. E le piccole piazzette di cui e' formata la citta' saranno un posto sicuro dove far sfogare i piccoli dopo cena mentre sorseggiate, perché' no, un mojito.

5. SCIENZA e ARTE
La famosa Citta' delle Arti e delle Scienze e' una tappa obbligatoria del vostro soggiorno a Valencia. Oltre ad ammirare la bellissima architettura potrete visitare l'acquario, fare un giro al museo delle scienze o visitare una delle mostre permanenti in una delle diverse sedi che formano il complesso. Ai bambini piacera' senz'altro quanto a voi.

6. PAELLA
E non solo. Valencia e' una meta' culinaria d'eccezione. Ne e' testimone l'incredibile quantita' di bar e ristoranti ma anche il famoso mercato centrale. Alcuni dei pescivendoli hanno addirittura il loro ristorante d'eccezione dove potrete farvi cucinare il pesce che acquistate!

7.  PLAYA
Il mare non poteva mancare, A Valencia trovate arte ma anche belle spiagge e un piacevole lungomare. Da non perdere!

8. SHOPPING
Forse non lo sapevate ma Valencia e' culla di alcuni tra i piu' noti marchi di scarpe in Spagna (e nel mondo ormai...Pedro Garcia un nome tra tanti). Se cercate scarpe di qualita' a prezzi non esagerati date un'occhiata ai negozi. Sono sicura che troverete quello che fa per voi al prezzo che fa per voi.

9. SLOW DOWN
A Valencia potrete praticare un piacevolissimo esercizio di slow down. Le dimensioni contenute della citta', il clima e la gente saranno la cornice di una perfetta vacanza-relax.

10. VERDE
Dove una volta scorreva il fiume Turia ora c'e' un bellissimo parco lungo 9 km che circonda il centro storico della citta'. Il luogo perfetto dove fare una passeggiata nel verde, far correre i bimbi e, se volete, prendere una bici a noleggio.

E si potrebbe continuare con 11, 12...13..100 motivi per cui visitare Valencia, ma ora vi lascio alle foto.

Adeu!


(Il polmone verde della citta'. Una volta era il fiume Turia)






sabato 12 ottobre 2013

Svelato il segreto di papa'

Non molto tempo fa, in uno dei miei primi post, mi questionavo sul segreto di papa', vista la capacita' di Ale di mantenere sempre la situazione sotto controllo anche quando solo e unico responsabile di Pippy e Piggy.

I mesi sono passati e la situazione non e' cambiata:

Quando sono io a tenere da sola P&P l'evento viene accompagnato da lamenti, stanchezza planetaria della mamma e un disordine indescrivibile. Quando invece tocca a lui, mai problemi particolari, mai stanchezza, mai disorganizzazione e sempre cibo preparato e congelato a volonta'.

Da quando anche Piggy e' diventata  grosso contributore del caos casalingo, ho deciso di approfondire la questione finche' quest' articolo mi ha aperto gli occhi facendomi arrivare alle seguenti conclusioni:

Se tua figlia beve ancora il latte con il biberon a 3 anni chiudi la bocca alla maestra che pronostica denti cariati a vita e DUCDC*
Se si alza da tavola prima di aver finito la cena lasciando sul pavimento evidenti resti di bistecca dimenticati dei Bambini francesi che non buttano a terra il cibo e DUCDC
Se non fai attività manuali con le tue bambine ogni giorno: DUCDC
Se non vanno allo ZOO a vedere gli elefanti: DUCDC
Se una sera non hai proprio voglia di leggere le otto storie della buonanotte richieste leggile una fiaba, salutala, chiudi la porta e DUCDC
Se non mangiano mele biologiche tutti i giorni: DUCDC
Se un pomeriggio di pioggia e freddo guarda troppa TV: DUCDC
Se la grande piange perche' gelosa della sorella piu' piccola e lo psicologo parla di "trauma da perdita dell'attenzione esclusiva dei genitori" risparmia i soldi del medico e DUCDC
Se mangiano i piselli congelati invece di quelli freschi: DUCDC
Se un giorno non cenano e vanno a letto con un bicchierone di latte: DUCDC
Se non hai ancora comprato le flash cards per fargli imparare l'inglese: DUCDC
Se si fanno un graffio e piangono a dirotto per attirare la tua attenzione: DUCDC
Se dopo l'asilo non vanno in piscina+danza+corso di sollecitazione mentale+corso di musica: DUCDC

e cosi via....

Insomma il segreto di papa' e' di una semplicita' rara.

DUCDC: DARSI UNA CAZZO DI CALMATA.

Si tratta un po' di trattare i bambini come i nostri genitori hanno fatto da che mondo e mondo. Giocare con loro e' d'obbligo ma non dev'essere un'ossessione e non dobbiamo sentirci in colpa se non siamo costantemente sedute a terra a costruire castelli con i lego, a insegnare loro l'inglese... Se vedono che siete impegnati ed irremovibili (tipo mentre cucinate) pian piano capiranno che non devono disturbare e torneranno a giocare da soli. Sicuramente proveranno ad attirare la vostra attenzione, il segreto e' resistergli e da quanto ho capito, Ale e' un maestro nel far finta di non vederle se vuole fare qualcosa e loro non lo lasciano stare. Come mi spiega "l'importante in quei momenti e' non avere contatto visivo".

Guardandomi dal di fuori in quest'ultimo periodo ho visto quella mamma che tanto criticavo quando vivevo a Londra e ai gruppi avevo a che fare con mamme che davano eccessive attenzione ai loro figli.

La mamma:
"Sorry darling if I hurted your feelings" (detto a un bambino di sei mesi che piange...).

Mi ricordo che le guardavo, guardavo i piccoli e vedevo bambini incapaci di dormire da soli e perennemente occupati nell'interruzione delle conversazioni della mamma con altri adulti. Grazie al cielo la mia pigrizia notturna ha fatto si che seguissi alla lettera il metodo DUCDC nel versante sonno anche prima di conoscerlo, cosi quando e' stato il momento di far fare a Piggy tutta la notte, mi sono messa in versione zen mentre lei urlava a squarciagola per 50 minuti la prima notte, 40 la seconda, 30 la terza...1 minuto la quinta.
Ma non e' bastato.

Ultimamente, nel tempo passato a casa con Ale impegnato come non mai al lavoro, ho esagerato con le piccole preoccupazioni e di conseguenza mi sono stressata. Ero arrivata perfino a vivere il rientro a casa dopo lezione con una certa angoscia.

Cosa gli faro' fare ora come attività' educativa? Cosa preparero' di biologico/sano/multivitaminico? Cosa devo inventarmi perche' Pippy non sia troppo gelosa di Piggy? Cosa escogitare per evitare la voglia di cartoni di Pippy? Dove trovare una scuola di danza? Dove portare Piggy perche' anche lei ogni tanto veda bimbi della sua eta'?...

Insomma..stavo prendendo la tangente. Poi mi sono confrontata con altre mamme, amiche e anche con Lui, che questa cosa l'aveva gia' colta da tempo, e ho capito che i bambini non hanno bisogno di tutto quello che noi crediamo necessitino. Ai bambini piace anche stare a casa, soprattutto quando hanno passato otto ore all'asilo e percorso la citta' in macchina, ai bambini fa bene giocare anche da soli, i bambini non subiscono un trauma quando gli viene detto di no. Anzi, se li osservi bene (solo con la coda dell'occhio mi raccomando), il pianto spesso sparisce in pochi secondi. Ma devi resistere...se li guardi va a finire che quei faccini ti stregano ...








lunedì 7 ottobre 2013

Un mondo in una stanza


Ogni mattina dopo aver lasciato Pippy in mano alle maestre mi avvio verso lezione. Due kilometri separano, per puro caso, l'asilo dalla facolta'. Per colpa del traffico quei teorici due kilometri diventano 20 minuti di macchina ma vi assicuro che tutto cio' a Mosca e' un vero lusso.

Nonostante in Russia la puntualita' sia solo un optional, io continuo ad agitarmi quando vedo che sono in ritardo e corro, corro sempre. Ovviamente sono comunque sempre in ritardo ma spesso lo e' anche l'insegnante.

Dopo la quotidiana maratona mattutina per vestire le nane, vestire coprire decentemente la sottoscritta e riempire le varie pance di casa, la vista di quella stanza spoglia con quegli adulti seduti tranquilli mi riempie il cuore di pace e serenità'. So che in quell'aula passero' sei ore di torture grammaticali ma in quel momento la cosa piu' importante e' stare seduta. Se potessi mettermi nella posizione della montagna vi giuro che lo farei.

Niente braccine che mi si avvinghiano e fanno a gara a chi riesce a salire piu' in alto sulla mia gamba, niente lamenti infiniti perché la temperatura del latte non e' esattamente come la voleva sua maesta', niente calzini spaiati a kili sul pavimento. Solo adulti, fermi, tranquilli. Una vera oasi.

Peccato che l'insegnante parta in bomba spezzando l'incantesimo da corso di yoga che sento. Per fortuna il russo mi prende e sono felice di poterlo studiare così intensamente. Sentirmi nuovamente studentessa mi fa star bene con me stessa. Mi riempie. Ma non si tratta solo del russo.

Nelle brevi pause tra un esercizio e l'altro li guardo. Ce ne sono di tutte le eta'. Insieme fanno un quarto del giro del mondo. C'e' chi ha un figlio all'asilo come me, chi l'ha lasciato con la babysitter e chi, come Bennai, ha un bimbo che va gia' a scuola. Quando torna a casa dopo la lezione, mi racconta, correggono i compiti di lei insieme. Spesso e' lui a scovare gli errori. Ishrak invece il suo bimbo non e' ancora riuscito a portarlo a Mosca. Aspetta il suo visto mentre e' in Marocco con il suo papa'. Quando le chiedo quanti anni ha, capisco che si e' sposata davvero troppo giovane e lei mi spiega che e' qui con il suo secondo marito che, come il mio, e' stato mandato per qualche anno a lavorare in Russia. Il tempo passato alla coda per il caffe' o durante il pranzo si riempie di pezzi di storie che legano Spagna, Francia, Marocco, Svizzera, Italia e Turchia in un unico filo. Storie di mamme e mogli che diventano studentesse e compagne di banco trovatesi nello stesso angolo di mondo.

Ma quel gomitolo non si ferma li'.

Angel ha il viso serio e una testa pelata che fa ricordare Picasso. Da vero spagnolo sembra inizialmente un serione e poi pian piano (mezza giornata) si svela un vero compagnone.  Ha l'eta' di mio padre ma, insieme, seduti su quei banchi di scuola, parliamo come due coetanei. Chiedergli perche' studia russo alla sua eta' e' d'obbligo. Sentire che e' venuto qui perché sua moglie l'ha lasciato e' disarmante. Toccante e' ascoltare quanto questo fatto lo addolori nel profondo. Anche Luis sembra avere la sua eta' ma e' tutt'altro tipo e mentre gli viene chiesto il perche' si trova a Mosca dice cantando con marcato accento brasiliano che e' venuto qui a rivivere il comunismo. Questa e' solo la presentazione. Il resto sono le comiche. A quel filo sono poi legati anche San Xung e Bin Xuang. Entrambi coreani ma appartenenti a due diverse generazioni. Quando li vedo insieme faccio fatica a distinguere quello che ha 20 anni da quello che ne ha quasi 40. Stessa pelle levigata e stessi capelli. Li accomuna anche quell'eleganza e quell'educazione tipicamente asiatica.

Sei ore di corso. Due intervalli. Quattro giorni a settimana. Otto persone e piu'. Altrettanti paesi. E una sola, immensa, citta' che insieme sveliamo, anche a colpi di grammatica.

 Davvero un mondo in una stanza. 


mercoledì 2 ottobre 2013

Autunno a Mosca: dove andare con i piu' piccoli quando piove

Se vi siete domandati che fine hanno fatto i post su Mosca all'insegna del verde vi dico subito che qui e' inverno gia' da un mese a questa parte. Il sole (quello sconosciuto) lo stiamo intravedendo oggi per la prima volta ma, ahime', e' arrivato accompagnato da un simpaticiskii freddo polare. Ieri ha pure nevicato.

Voglia di passeggiate all'aria aperta saltatemi addosso quindi.

Non che andare a spasso per Mosca con il freddo e la neve non abbia il suo perche' ma io ho bisogno di gradualità'. Passare dalla canottiera al giubbotto in una settimana non e' umano. Datemi del tempo quindi e vi portero' ancora per i parchi di Mosca, questa volta a fare pupazzi di neve, a vedere famiglie con le slitte e a pattinare sulle piste piu' incredibili che si possano immaginare.

Questo fra forse un mesetto, nel frattempo siamo in questo strano limbo così tipico dell'autunno russo fatto di pioggia, sole che arriva e va, e brezza siberiana.

E che si fa quando piove qui a Mosca con bambini?

Innanzitutto si comprano tute impermeabili per i piccoli e, nonostante tutto, li si porta fuori. Magari a raccogliere le foglie cadute dagli alberi o a saltare nelle pozzanghere.Stranamente i russi, a differenza di molto altri popoli nordici che portano i bambini in camicia a 0 gradi e magari pure con i capelli bagnati, vestono tanto i bambini. Se non volete quindi il cazziatone dalla babuska russa (in russo per di piu') perche' il vostro bimbo non ha il berretto di lana o i guanti, vestitelo per bene!

Se proprio diluvia io ho trovato due sedi del gymboree anche qui a Mosca così se voglio far stancare Pippy e Piggy dopo l'asilo o nei fine settimana posso fare un salto li.

Altra soluzione e' la palestra. Spesso qui i centri fitness hanno uno spazio custodito dove puoi parcheggiare i bimbi mentre vai in piscina o fai addominali. Purtroppo, per me funziona solo per Pippy ma se proprio sono disperata posso sempre andare li e restarci anch'io con la piccola. Come dice la mia amica Paula a volte basta un breve cambio di scena per tirare su una giornata.

Molti dei miei amici passano il tempo nei centri commerciali che qui a Mosca sono ad ogni angolo. Personalmente li trovo claustrofobici ma alcuni, come l'Europeinski, hanno un intero piano dedicato ai bimbi con trenini, giostre e un labirinto di gomma dove perderli...per poi ritrovarli.








domenica 29 settembre 2013

Buon compleanno..a me!

Dall'ultimo post sono un po' invecchiata. Non so se mi sono venute piu' rughe o se ho avuto folgorazioni di giudizio ma nel mezzo c'e' stato il mio compleanno e da 32 sono passata a 33 che, come dice mio cugino, e' un eta' molto importante. Siccome per me ultimamente ogni scusa e' buona per lamentarmi, quando Ale mi ha detto che sarebbe andato per lavoro a Milano proprio a cavallo del mio giorno e per otto giorni, ho cominciato a sbuffare e da li' ho raramente smesso.

Eppure e' stato un compleanno memorabile per molti motivi.

L'immagine che mi ero creata era quella di una tristesolastanca mamma le cui figliole non avrebbero avuto pieta' nemmeno nel giorno del suo compleanno. Fuori un gelo esagerato faceva pensare a dicembre piu' che a settembre. In mano nemmeno un regalo.

Ma Mosca e' cosi, si presenta gelida e poi quando meno te lo aspetti arrivano delle sorprese a riscaldarti il cuore.

Non e' arrivata l'estate. Ma e' arrivata una ventata di momenti immemorabili.

Ale ha organizzato una serata babyfree pre-compleanno prima di partire. Cena squisita al Delicatessen e frechissimi cocktail al Noor. Finalmente un lounge bar dove non si dorme, dove la musica e' di spessore e dove si balla, si sta in piedi, si sta seduti...ognuno come vuole, in liberta'...finalmente un locale dove la gente e' vestita normale. Niente russe in tenuta da battaglia, niente tableau per le foto in stile vip. Gente normale nella Mosca in. Non una cosa da poco.

Il giorno stesso del mio compleanno avevo lezione e per non sbagliare ho portato un po' di pasticcini e qualche bibita. In cambio mi sono beccata gli auguri in decine di lingue e pure un regalo. Innaspettato. Dolcissimo.

Per evitare di sclerare proprio la sera del mio compleanno, ho pensato di organizzare una cena con due amiche che aspettava da tempo e che per mille motivi non eravamo mai riuscite a fare. Doveva essere un'occasione per parlare un po' in liberta' senza bimbe urlanti. E' stata una folgorazione! Ma dovevo immaginarmelo quando si esce con una brasiliana naturalizzatasi russa. La festa, ragazzi, noi europei non sappiamo nemmeno cosa significhi. Insomma dopo aver parlato di cose intime (ma molto intime) per un'ora urlando, convinte che nessuno ci sentisse, abbiamo scoperto che la coppia dietro stava parlando in romano e quella a destra era formata da due tedeschi di cui la moglie perfetta conoscitrice della lingua di Dante. Per far fronte all'imbarazzo la mia amica (sempre la brasiliana) ha pensato bene di prendere in ostaggio il pianista e convincere tutto il locale a cantarmi buon compleanno in russo per piu' volte. Ho quest'immagine in testa di un gruppo di sconosciuti con boccale di birra in mano che mi cantano "С днем рождения" che mi accompagnera' per tuta la vita. Fantastico.

In teoria doveva finire li. E sarebbe gia' stato abbastanza. Ma il mio destino moscovita ha voluto regalarmi un'ulteriore serata in puro stile last minute.

Venerdi. Fuori il gelo (in mattinata ha perfino nevicato un po'). A lezione l'insegnante ci massacra, o forse sono io che con il russo non vado d'accordo oggi. Ripasso a mente la lista della spesa. Se tutto fila liscio e non c'e' troppo traffico vado in piscina prima che la babysitter vada a casa. Devo anche trovare un posto dove portare la bambine nel fine settimana perche' non sclerino sempre rinchiuse. Mentre questi ed altri pensieri organizzativi affollano la mia testa mi arriva una telefonata che cambia radicalmente la mia serata:

Una mia compagna di corso mi chiede se voglio prendere il posto della sua amica malata all'opera. Non mi piace l'opera ma l'idea di andare a teatro a Mosca e' invitante..ci penso due secondi cinque minuti, chiamo la babysitter per darle la bellissima notizia che dovra' restare anche la sera, vado a casa e in meno di trenta minuti sono una persona nuova (o quasi). Ai piedi le ballerine. In borsa le décolleté di raso che tiro fuori e indosso davanti a tutti all'entrata del teatro di nascosto con nonchalance. Fortunatamente oltre alla mia compagna anche i suoi amici sono simpatici. La noia lentezza dell'opera viene bilanciata dalla musica, meravigliosa. E dalle pause, alcoliche. Ale mi chiama dall'Italia credendo di sentire gli scleri di una mamma di due da sola a Mosca al freddo...viene sorpreso da un messaggio:

"Non posso rispondere sono all'Opera".

Ovviamente la prende come uno scherzo e continua imperterrito a chiamare per 4 ore finche' gli  scrivo che dall'opera ci siamo spostati al lussuoso ristorante Puskin. Anche li pensa ad uno scherzo ma questa volta lo sento scocciato. Ci crede finalmente quando, una volta nel taxi per tornare a casa, mi sente parlare con il giovane e carino tassista in russo quasi spedito (merito della Beluga).

Questa e' stata la settimana del mio compleanno. Non una ma quattro feste. Di tre ne ho gia' parlato. Poi c'e' la quarta. Questa e' stata speciale perche' e' durata ben due giorni e le mie ospiti si sono vestite a turno da fatine, ballerine, piratesse. Abbiamo mangiato pizza per cena, giocato "alla spiaggia", ci siamo date momenti di tregua a vicenda e siamo anche andate a fare delle passeggiate vestite da pinguini (qui e' pieno inverno) sognando la neve. Pippi si e' regalata alcune ore di sonno nel lettone al posto di papa' e Piggy ha mangiato per la prima volta la cioccolata. Ora papa' sta per arrivare ma questa volta non sentira' scleri. Forse mi trovera' piu' invecchiata, forse no.






domenica 22 settembre 2013

z..z...z...

Scattano le nove meno un quarto e si parte:

Denti, pipi', marcia verso la camera da letto con bambine che fanno un ultimo tentativo di fuga virando a destra e poi a sinistra, storia della buonanotte, bacio, stelle e porta socchiusa.

Da li' alla quiete assoluta c'e' ancora un pezzo ma intanto si comincia a pregustare il silenzio, la liberta' di lavare i piatti, sistemare,  sedersi...TUFFARSI sul divano senza essere assalite-graffiate-morsicate-rivendicate (e' mia la mamma! - NO! E' piu' mia!).

Qualcuno si alza dal letto quatto quatto e fa spuntare la testa fuori dalla porta con qualche scusa:

"Mami non ho lavato i denti!"
"Si si Pippy li abbiamo lavati ricordi?"
"Ma non bene bene come ha detto il denpista"
"Si Pippy, la mamma gli ha dato una bella passata alla fine ricordi?"
"Ma mamma non abbiamo spazzolato la lingua..e non ho sciacchurato bene la bocca...!! E poi volevo leggere un'altra storia, e volevo sapere quando andiamo da Sara&Sofia,  e quando arriva la neve, e quanto torna papi dal lavoro e e e....."

bip bip bip...la pazienza sta perdendo forza..bipbipbibpbip..ecco finite le batterie...

BASTAAAAA A LETTTTOO!

A volte funziona altre volte rende la situazione peggiore. Io ci provo sempre. Comunque.

Tra ulteriori richieste e scuse varie, mal che vada per le nove e mezza non si sente piu' volare una mosca.

Ripresa padronanza della mia persona comincio a fantasticare sulle mille e una cose che finalmente potro' fare. L'entusiasmo e' davvero esagerato e deforma la realta'. Davanti a me vedo distese infinite di tempo libero, montagne di autonomia, vasti panorami di libero arbitrio. Comincia la mia seconda vita giornaliera di Individuo pensante avente una propria volonta'-autocoscienza-dignita'. Da cosa cominciare? Davanti a me ho un ricco elenco di scelte: collassare sul divano, studiare, leggere Il Dottor Zivago, aprire il manuale di marketing del turismo, farmi le unghie, preparare sughi per la settimana, scrivere email, sistemare le foto, fare un bagno caldo rilassante, preparare il cambio di stagione....

Il senso di colpa l'amore verso lo studio sembra avere la meglio. Apro i libri di russo e comincio. Timidi sbadigli denotano stanchezza. Niente da fare per studiare russo ci vuole una mente fresca e mattutina e poi fra 12 ore saro' a lezione. Passo. I sughi? Le gambe non mi reggono, figuriamoci se ho la forza di stare in piedi a far bollire pomodori per fare le riserve settimanali di Piggy. Pazienza domani mangera' pasta con parmigiano. Passo anche su questa. Il cambio di stagione lo salto a pie pari, non si sa mai che ci sia una virata meteorologica e arrivi di nuovo il caldo. Email? Le mie amiche potranno avere mie notizie anche su whattsap. Le foto? Chi ha il coraggio di aprire un computer ora? Non io di certo. Se faccio un bagno caldo annego..cosa mi rimane? Il mio caro e dolce Pasternak. Facciamo che mi metto a leggere.

Eccomi: davanti a me infinite ore di lettura e meditazione. Che meraviglia poter mettere le bimbe a letto e avere tempo libero..che meraviglia potersi dedicare un po' a se stesse quando papa' non c'e'...che lusso poter studiare, leggere...viaggiare con la mente...che mera...

Ali??  Che fai? Dormi?...

Mi sa che non ho piu' l'eta'...
In effetti domani e' il mio compleanno...

Buona notte a tutti!

Domani sera studiero', leggero', faro' i sughi....ah no domani si festeggia..magari dopodomani sera...
z... z z z z z


domenica 8 settembre 2013

Ritorno sui banchi

La mia vita a Mosca ha subito un importante cambiamento.

Ovvero: e' iniziata ufficialmente la mia (seconda) vita da studentessa.

Il fatto che si torni sui banchi di scuola a 32 anni (suonati) con due bambine piccole e', se vogliamo, un po' strano, che questo succeda in Russia lo rende alquanto assurdo. Soprattutto per una che all'atto d'iscrizione alla facolta' di Lingue e Letterature straniere (13 anni fa!!!) vicino all'amico che sceglieva russo come seconda lingua sentenzio':

"Sei matto??? Io russo non lo faro' MAI!"

Eccoci dunque in Russia a studiare russo.

Il corso intensivo che sto facendo fa venire dei mal di testa che ti raccomando ma il russo, si sa, va accompagnato da dosi massicce di moment e pazienza quindi fin qui nessuna sorpresa.

Per dividerci in gruppi ci hanno fatto un esame ma sarebbe bastato vederci entrare nell'istituto ancora prima del test magari con una telecamera nascosta. All'entrata infatti hanno messo due "simpatiche" guardie che l'inglese sanno vagamente cosa sia. Per riuscire ad entrare a fare questo benedetto test e' stato dunque necessario destreggiarsi con la lingua russa. Puntualizzo che non basta la tua bella faccia a convincere questi tipi che stai entrando nell'edificio perche' devi fare un esame. No, no. Ovviamente vogliono sapere in che aula devi andare. Vai tu a spiegargli che non lo sai e che anzi, speravi fossero loro a dirtelo.

Comunque. Una volta entrata l'avventura e' solo all'inizio. Tra una lezione e l'altra dovrai pagare, firmare un contratto e ritirare la tessera dello studente. A dirla così sembra facile ma vi assicuro che la burocrazia italiana e' una passeggiata in confronto a quella russa e così per fare queste tre cosette da nulla ho girato circa 10 uffici. In uno ho firmato il contratto (non vi dico per trovare quell' ufficio), con quel contratto sono poi stata mandata a pagare. Prima di pagare pero' mi hanno chiesto di passare in un altro piano (non un altro ufficio..un altro piano!) dove una signora avrebbe fatto i conti esatti della cifra dovuta, una volta pagato per avere una ricevuta sono tornata dalla signora che fa i contratti la quale, quando sono entrata, mi ha detto di aspettare ed e' andata nell'ufficio da dove venivo per chiedere spiegazioni sul perche' volevo una ricevuta e non mi bastava lo scontrino. Ritirare la tessera dello studente e' stato un altro bel giro di uffici ma ve lo risparmio. Vi dico solo che la ragazza addetta ad attaccare le foto sulle tessere si e' messa letteralmente a piangere davanti a me perche' eravamo in tre contemporaneamente ad attendere.

Vogliamo parlare dei compagni? Per mia fortuna non sono circondata solo da adolescenti brufolosi seduti sui pantaloni (avete presente quelli che hanno i pantaloni cosi giu' che si siedono sui propri jeans?) come temevo. Con me studiano anche una mamma svizzera, un papa' di tre figli coreano e una turca sposata con un russo. Un totale quindi di 4 adulti contro 2 ragazzini! Devo confessarvi che uno di questi due ventenni pero' mi ha fatto il piu' bel complimento del mondo chiedendomi se anch'io avevo la sua eta'. Beata innocenza.

E io che credevo che quelli nati nel 1992 dovessero ancora imparare a camminare....

Eccovi dunque un nuovo capitolo della mia avventura russa. Sono sicura che tra un post e l'altro avro' modo di raccontarvi la mia esperienza da moglieespatriatamammadidue/studentessaaMosca.













venerdì 30 agosto 2013

Ia Ispanka!!!!

(* Attenzione questo post contiene generalizzazioni e luoghi comuni. Si consiglia di prenderne il lato ironico o di passare al prossimo articolo)

La mia vita da spagnola in Italia mi ha sempre resa molto sensibile all'impressione che faccio alla gente. Mi spiego meglio: ho sempre tanto desiderato sembrare spagnola. Probabilmente e' stata la nostalgia della terra natia a far crescere in me questo desiderio. Purtroppo non solo non sono mai stata scambiata per una spagnola ma nemmeno riconosciuta come tale quando mi svelavo iberica. Pazienza. In fondo tra spagnoli e italiani non ci sono grosse differenze. Il problema e' quando non vengo scambiata ne' per spagnola ne' per italiana. I piu' gettonati sono sempre stati francese (ai tempi in cui avevo la puzza..sotto il naso) e rumena (curiosamente da quando sono diventata mamma..sara' l'abbigliamento spartano?!?!?). Da qualche tempo vengo spesso e volentieri taggata come russa. Non solo qui a Mosca dove magari posso pensare che la gente, dopo avermi parlato alla velocita' della luce senza capire che sono straniera, potrebbe scusarsi dicendo "mi scusi ma sembra proprio russa per quello non ho parlato decentemente lentamente!". Ultimamente e' successo pure in maniera del tutto gratuita in vacanza:

Io e la mia amica al bar. Si avvicinano due ragazzi (un russo e un tedesco). Per attaccare bottone ci chiedono di che nazionalita' siamo. Quando rispondiamo italiane/spagnole salta fuori un: "che strano avrei giurato fossi russa! Sei sicura che sei italo-spagnola?" indirizzato a me. (No guarda, non sono sicura!).

Oggi ennesima dichiarazione al supermercato. L'addetto al pesce dopo avermi spiegato come cavolo si dice pulire l'orata e visto che la mia comunicazione era fatta di segni, mi chiede se sono straniera e alla mia risposta "ia ispanka" mi dice che avrebbe giurato fossi russa perche' sembro proprio una russa. Almeno lui si e' limitato al "sembri russa" e non ha aggiunto se sono sicura.

Delusa Incuriosita decido di approfondire la cosa. Prima di andare a vedere i vari alberi genealogici faccio una breve check all'armadio: nessun abbigliamento leopardato e nessun tacco 24. Ok! Faccio mente locale e non mi sembra di aver frequentato poi così spesso l'estetista (basta vedere lo stato pietoso delle mie unghie). Dopo una breve riflessione qualcosa si accende.

Il sorriso!!!!!

Me l'ero scordato che qui in Russia si sorride poco. Senza rendermene conto mi devo essere immedesimata nei miei nuovi concittadini. Non solo spesso mi manca il sorriso ma ogni tanto pure la vera e proprio comunicazione. In realta' qualche sensore l'ho avuto. L'altro giorno ad esempio:

Alla cassa di un negozio "parlando" con la commessa, ad un certo punto non avendo capito alla quinta terza volta ho fatto un semplice e triste "ah ah" perche' quella "conversazione" finisse. Sul mio viso zero espressività'! Peccato che pure i russi rispondano quasi con la stessa "enfasi" ai dipendenti dei negozi. Risultato: la gente non capisce bene se non cogli quello che ti viene detto perche' sei straniero o perche' sei semplicemente il "tipico" russo.

Morale: spero di ricordarmi il sorriso e il buon umore anche qui altrimenti per soddisfare la mia nostalgia di casa  mi tocchera' vestirmi a pois, dire joder in continuazione e mettermi una peineta in testa (giusto per finire in bellezza con i luoghi comuni ;))

Adios!





mercoledì 28 agosto 2013

Granelli di sabbia

Sembra ormai lontana anni luce quella vita da-mare, quel caldo che avvolgeva e proteggeva i pensieri, quella sinfonia d'onde che raccoglieva il cuore e quel continuo ricrearsi del bagnasciuga che ci ricordava come ogni tanto nella vita ci si puo' anche permettere di fare e disfare, scrivere e cancellare.

Sembra lontana ma soprattutto sembra essersi dissolta alla velocita' della luce. Davvero siamo stati al mare per tutti quei giorni? Ma perche' sembra siano volati quando invece questa prima settimana a Mosca si fa così lenta?

Inconsciamente ho tardato nel disfare le valigie. Una parte di me (tutta?) desiderava ripartire e testardamente ha rimandato quella (terribile) faccenda. Eppure quel giorno e' arrivato. Il giorno in cui l'autunno ha bussato alla porta dicendo "Sto arrivando! Sono dietro l'angolo!". A testa bassa ho fatto un cenno con la mano e mestamente sono andata a svuotare quelle valigie.

Ma ecco che quando cercavo di mettene via l'ultima sul piano piu' alto dell'armadio qualcosa cade sulla mia testa inebriandomi in un istante di mare e sale. Un costumino piccolo piccolo era sfuggito alle mie grinfie e si era nascosto tra le tasche di un borsone anche lui probabilmente speranzoso di continuare a viaggiare. Tra la licra a fiorellini e la fodera interna ancora intrappolati granelli di sabbia. E' un attimo e la mia mente si accende. Come in un film mille immagini si fanno avanti nei miei pensieri.

immagini di bagni infiniti
immagini di "mama' prima di entrare in acqua quarda se c'e' pesse espada!"
immagini di bambine trasformate in polpette di sabbia
immagini di amiche ritrovatesi un anno piu' grandi
....

I giorni saranno volati ma e' così gradevole questo dispiegarsi di ricordi che credo aver trovato  una consolazione. "Autunno puoi venire a prendere un caffe' se ti va, così ti mostro le fotografie dell'estate!"

Perche' cos'altro resta in questo inesorabile passare del tempo se non le tracce indelebili della nostra memoria?








giovedì 22 agosto 2013

Di vacanze e altri tesori

Ciao a tutti!

Rieccomi qui.

Eravamo rimasti alla mamma con una valigia e alla sua fuga in Croazia. Una tre giorni di puro stream of consciousness fatto di chiaccherate trattenute un'inverno e sfociate a pieno ritmo sotto al sole estivo. Confidenze arricchite dalla trasparenza che solo le amiche speciali ti sanno regalare e che hanno trovato riflesso perfetto nelle bellissime acque croate. Giorni incoronati da uno di quei piccoli-grandi abbracci che ti ripagano da ogni malinconia e senso di colpa.

Un giorno di tregua e poi altro che mamma con una valigia...siamo passati a mamma+papa'+pippy+piggy+50 borse incastrate nel bagagliaio tipo tetrix e l'immancabile pacco di pannolini schiacciato contro il vetro. Un classico dell'immaginario vacanziero italiano in autostrada.

Destinazione: Argentario.

Prima tappa una 6 giorni con amici storici in una casa altrettanto storica.


La nostra vacanza con amici in numeri:

6 adulti
4 bambini
4 nazionalita'
15 anni fa...
3 lingue (parlate)
1 bagno
numerosi cinghiali
3 punture di vespa
21 gelati (almeno)
67 birre
95 brioches/ciambelle/crafen
2 stelle cadenti

Seconda tappa della vacanza una romantica fuga babyfree sulla costiera Amalfitana. Di nuovo una mamma con una sola valigia (dentro questa volta anche i vestiti di papa'!).

E per concludere ancora mare+bambini ma questa volta con il rinforzo di nonni e zii...5 adulti dietro a 2 bambini triplicano le occasioni di riposo/lettura.

Un estate completa con tutta una serie di fughe giuste al posto giusto. Un estate di riflessione e di ricordi, di novita' e di ritorno perche' un luogo non e' mai tuo finche' non lo vivi almeno una seconda volta anche se certi posti vale la pena rivisitarli per sempre. Un estate in controtendenza dove ha regnato la s-conessione : zero internet, zero telefonino (o quasi) ma tanto lavoro interiore da raccontare, perche' no, anche qui.