giovedì 25 luglio 2013

La mamma con UNA valigia


Oggi preparo una valigia molto diversa da quelle a cui mi sono abituata in questi ultimi tre anni...

Niente valigione che scoppia di tutine, pigiamini e felpette
Niente calcoli matematici sui cambi necessari per le piccole
Niente scatole di cereali misti che poi rigorosamente si aprono durante il viaggio
Niente rendersi conto, una volta arrivati, che per le bambine ho portato un negozio intero mentre per me molto meno del necessario.

Domani viaggero' equipaggiata in modo molto diverso dal solito...

Niente passeggini
Niente borsa e borsone pesanti sulla spalla con kit di sopravvivenza (cambi, pannolini, salviettine, cibarie, acqua, camomilla..)
Niente bambine stanche che piangono per un nonnulla
Niente mille occhi per vedere dove vanno quelle quattro zampine inquiete

Domani parto con una sola valigia, leggera leggera, che quasi quasi mi viene voglia di metterci dentro solo un costume, un vestito e un libro.

Domani viaggiano con me la mia amica e un po' di quella sana liberta' che ogni tanto fa bene anche alle mamme. Non saliranno in macchina con noi le critiche di chi pensa che essere mamme voglia dire non abbandonare mai le proprie creature per paure di traumi prematuri, di chi crede che la loro sofferenza si ripercuotera' sul loro futuro di bambine serene, di chi giura questa cosa non la farebbe m a i .

Quello che non confessero' a nessuno, nemmeno a me stessa, e' che nella mia borsa da spiaggia leggera leggera portero' anche un po' di nostalgia pronta a scoppiare quando vedro' un bambino della loro eta', quando una bicicletta rosa correrà' vicino a me o quando al ristorante intravedero' un seggiolone.

Quella nostalgia si sfoghera' in quel abbraccio fortissimo che gia' mi pregusto...l'abbraccio del ritorno.





domenica 21 luglio 2013

L'importanza dell'attesa

 
A differenza di molte delle mamme con cui parlo, io non sono una grande fan dei libri sull'educazione dei piccoli. Non ho letto "Il linguaggio segreto dei neonati" ne' "Fate la nanna". Ho giusto sbirciato "L'importanza dei no" perché' regalatomi, saltando il 70% delle pagine e trovandolo pure abbastanza scontato. Chiamatela pigrizia se volete o mancanza di responsabilità', ma tra un libro di viaggio e uno di pedagogia ho sempre preferito il primo anche durante e dopo la prima gravidanza.

Non ho mai adottato nessuna filosofia particolare perche' in sintonia con un qualche psicologo o pediatra. Ho sempre preferito agire di puro istinto. Magari sbagliando perche' sono certa che ci sono dei libri con delle teorie su cui vale la pena riflettere. L'unico titolo relativo all'infanzia su cui mi sono soffermata (ormai un anno fa) e' "I bambini francesi non lanciano il cibo" della newyorkese Pamela Duckerman e l'ho fatto solo perché' mi ha incuriosito una recensione su "The Economist".

Il libro e' sicuramente leggero e non ha l'autorevolezza di uno scritto pediatrico ma e' davvero molto divertente e ha il vantaggio di essere basato su esperienze concrete. L'autrice, mamma di una bimba e di due gemelli, e' una giornalista americana trasferitasi a Parigi e nel suo libro fa piu' uno studio sociologico sulle differenze tra i genitori anglosassoni e quelli francesi che un vero e proprio trattato di pedagogia. Nessuna teoria pretenziosa quindi, solo un confronto tra due culture, le rispettive educazioni e le riflessioni delle conseguenze pratiche sul comportamento dei bambini. La tesi della scrittrice è che i bambini francesi, tirati su ad "attend" sono di gran lunga più educati dei bambini americani e inglesi dove tra i genitori vige più la corsa alla soddisfazione immediata delle richieste del piccolo. Il mio commento non puo' andare in realta' molto in là perche' non ho mai visto dal vero un numero di bambini francesi abbastanza alto da avvalorare la tesi di Pamela. Dovendo pero' giudicare dai bambini francesi che incontro in vacanza direi subito che ha ragione!

Il gran segreto di quest tipo di educazione alla francesce e' l'importanza dell'attesa che volendo semplificare al massimo significa: non correre dal bambino col turbo ad ogni minimo vagito. Questa regola vale dai neonati in su ed e' a mio modesto parere una delle regole d'oro del rapporto tra genitori e bambini sin dal primo istante. Non mi sono convinta di questo leggendo il libro ma viceversa. Leggere il libro mi ha solo trovato d'accordo su qualcosa che avevo gia' capito e messo in pratica (con successo) da tempo. Attendere significa per me regalare piccole gemme di indipendenza, quella di cui tutti noi abbiamo diritto sin dalla nascita e perfino quando diventiamo genitori. Metto in conto che molti (The Queen Father di sicuro) non saranno d'accordo con me ma e' normale, nemmeno io sono d'accordo con i genitori che dormono ogni giorno con il bambino nel lettone o quelli che non riescono mai a lasciarlo con una babysitter. Penso che ognuno deve fare quello che si sente. Non ci sono regole ne leggi se non quelle dettate dall'istinto e il mio mi ha sempre guidato verso l'educazione all'attesa che nella pratica significa:

se il neonato piange non saltare dal divano e correre alla sua culla come se si fosse sentita una scossa di terremoto ma, per l'appunto, aspettare. Il neonato potrebbe infatti smettere di piangere subito e tornare a dormire o, addirittura, imparare proprio durante quell'attesa che ci si puo' addormentare da soli.

se il duenne in fase terrible twos fa i capricci e si butta a terra attendere che gli passi senza reagire. La vostra "calma" (anche apparente) lo aiutera' a capire l'inutilita' di tale scenate.

se il trenne voglio*tutto*e*subito fa i capricci la regola e' sempre quella del farlo aspettare. C'e' un'alta probabilita' che se quello che voleva era l'ennesimo pezzo di cioccolata nell'attesa si distragga e se lo dimentichi.

Non scannatemi pensando che l'attesa deve durare ore, a volte bastano 5 minuti. Il guaio per me e' che molti genitori non attendono nemmeno 1 minuto con conseguente dipendenza morbosa dei bambini nei confronti dei genitori e viceversa. Non pensate nemmeno che far attendere un bambino significhi non badarlo ed essere indifferenti nei suoi confronti. Educare all'attesa puo' voler dire spiegare al bambino come si cucina la pasta invece che perdere entrambi la pazienza quando il piccolo ha fame e non riesce a capire perche' la sua pasta non e' gia' pronta sul piatto; piuttosto che fare la classica torta insieme e vedere come lievita dentro il forno.

Nessun regime militare quindi ma solo un pizzico di pazienza e fermezza in piu' per il bene di tutti.

Tutte teorie che si richiamano tra di loro. Tempo fa parlando con un educatore si discuteva dell'importanza della noia. "I bambini, mi spiegava, hanno bisogno di tempi morti in cui sviluppare la propria fantasia e creativita'". Non troppi corsi o attivita' organizzate quindi ma piu' spazio al proprio mondo interiore sin da piccolini e quindi, indirettamente, all'attesa.

Insomma niente libri sull'educazione a casa mia ma, ogni tanto, qualche saggio di leggera pedagosociologia anche si.

Enjoy!

















venerdì 19 luglio 2013

Moscow in green

(ITALIANO)

Il piu' classico dei luoghi comuni la vuole grigia, piovosa e trafficata. Niente di piu' vero. Gli edifici Moscoviti diventano spesso un tutt'uno con il cielo nuvoloso soprastante e salire in macchina in questa citta' comporta portarsi dietro una buona dose di pazienza e coraggio.

Come tutti i luoghi comuni pero', questa non e' la sola verita'.

Mosca nasconde, ma neanche piu' di tanto, tutta una serie di polmoni verdi che d'estate scoppiamo di bellezza e originalità'. Noi siamo andati a scovarli, uno a uno. O meglio, stiamo iniziando visto che in totale Mosca conta 98 parchi  e 18 giardini!

Settimana scorsa vi ho portati al Gorky Park, vera perla dell'estate Moscovita. Oggi ce ne andremo in giro per un'altro gioiello in pieno centro, i giardini dell'Ermitage. 

Molto piu' contenuto dell'immenso Gorky, questo elegante parco urbano dallo stile parigino racchiude al suo interno tre teatri (tra cui l'omonimo Ermitage), stilosi bar, piste da ballo all'aperto, bancarelle di libri e artigianato e un meraviglioso parco giochi. Il tutto in mezzo a prati perfetti, fiori colorati e un'atmosfera rilassata e cool che vi fara' dimenticare la frenesia del traffico cittadino pur essendo situato in pieno centro a Mosca.


I giardini  dell'Ermitage sono una tappa ideale sia per grandi che piccini. Non a caso saranno inclusi in uno dei miei prossimi post dove vi parlero' in piu' dettaglio di come visitare Mosca con bambini. Credevate che Mosca fosse una tappa impossibile da fare con bambini al seguito? Vi sbagliate..e presto scoprirete il perche'!

Intanto ecco la mia galleria fotografia dei giardini dell'Hermitage. 

(ENGLISH)

'Grey, rainy and traffica One of the most classic clichés and often nothing seems truer.
The buildings in Moscow appear to become one with the cloudy sky above on such days and driving around in this city requires a good deal of patience and courage at the best of times.

Like all clichés, however, this is not the only truth...

Moscow actually hides, but not entirely, a whole myriad of green spaces and in the summer they come alive, bursting with a unique, verdant beauty. We decided to discover all of them, one at a time... Well, we've made a start at least since Moscow has a total of 98 parks and 18 gardens!

Last week we went to Gorky Park, a real pearl of summer in Moscow. Today we will be visiting another jewel of the city centre, the gardens of the Hermitage.

More compact than the immense Gorky Park, these elegant Parisian-style urban gardens surround three theatres (including of course the eponymous Hermitage). There are stylish bars, dance terraces, book and crafts stalls and a wonderful playground. All of this amidst sculptured lawns, bright, colourful flowers and a relaxed and cool atmosphere, so much so that you forget all about the hustle and bustle of city traffic although you are right in the middle of Moscow.

The gardens of the Hermitage are an ideal spot for both adults and children which is why it will be included in my next post where I'll be talking about visiting Moscow with kids in tow. If you thought Moscow had nothing to offer for those with children, you'd be wrong... and soon you'll discover why!

Meanwhile here is my photo gallery of the Hermitage Gardens... Enjoy!





















mercoledì 17 luglio 2013

Gelosia

C'era da aspettarsela un po' di gelosia.

Mettiamoci nei loro panni: vivi per due anni credendo di essere l'essere piu' amato, coccolato e strappazzato di mamma e papa' ed ecco che dal nulla ti rubano, se non il posto, comunque un buon pezzo di sedile. Tu mica lo capivi bene che dalla panciona della mamma sarebbe uscita un'altra persona, la versione la mamma si e' mangiata un'anguria era certamente piu' credibile per te.

Insomma la gelosia prima o poi arriva ed e' perfettamente normale e sana. Non c'e' nulla di cui preoccuparsi o meglio, per non avere nulla di cui preoccuparsi e' opportuno far sparire cuscini e strumenti appuntiti durante la notte non si sa mai che Figlia 1 prenda strane decisioni quando tutti sono a dormire, Figlia 2 compresa.

La gelosia e' normale, e' sana, non c'e' nulla di cui preoccuparsi ma e' fastidiosa per diversi motivi primo dei quali le mille attenzioni che devi avere per non far rischiare all'ultimo arrivato qualche contusione. Non non ultima l'educazione che tale comportamento da al piccolino che crede che tutti i bambini siano maneschi come la sorella e passa il tempo al parchetto a sfogarsi sugli amichetti. Se cresci con quell'esempio in casa come fare altrimenti?

Da vera mamma disperata moderna ho deciso di mettere in pratica qualcuno dei classici consigli su Come gestire la gelosia per il nuovo arrivato in casa e sono arrivata alla conclusione che sono pochi quelli che funzionano veramente.

Tutto quello che e' parlare al bambino con calma spiegandogli che mamma e papa' vogliono bene ad entrambi lasciatelo perdere o meglio, funziona ma mooolto alla lunga della serie se ne ricordera' e lo capira' veramente fra 4 anni quando Figlia 2 sara' grande e grossa e ormai in grado di difendersi. La famosa tecnica del regalo anche al fratello piu' grande e' un must ma valida solo a a meta' perche' in ogni caso il grande vorra' sia il proprio regalo che quello del piccolo. Pure se i regali sono identici perche' ilfiglio1infasegelosiaacuta sara' capace di contare i peli del peluche identico a quello del fratello piccolo e scoprire che hanno delle differenze. Passare del tempo da soli con il figlio grande e' un consiglio da non sottovalutare ma ho notato che i bambini si illudono facilmente in quelle situazioni e comunque la mia riesce a recuperare il tempo perduto spingendo fortemente la piccola che mi abbraccia felice non appena mettiamo un piede in casa.

Insomma di tecniche ne ho provate tante ed ero quasi sull'orlo di una crisi di nervi quando e' successo l'imprevisto: la piccola, detta Piggy, si e' trasformata in Transformer e la mia espressione nei suoi confronti e' passata dall'adorazione alla disperazione in pochi giorni.

"Piggy basta salire sul tavolino sotto la televisione, basta salire sulle sedie, basta tirare fuori tutti i vestiti 100 volte al giorno dai cassetti, basta portare la carta igienica in giro per la casa..Piggy basta basta basta!!!"...

Quella mamme e' la vera soluzione. Aspettate che anche la piccola cominci a farvi sclerare e vedrete nascere quel famoso feeling tra sorelle che fara' sparire gran parte della gelosia....ma che in compenso vi stanchera' il doppio perche' e' li' che capiranno che l'unione fa la forza.





martedì 16 luglio 2013

Crescere e' come viaggiare

La guardavo attentamente oggi Piggy. Tutta intenda a farsi strada nel mondo, a cercare di farsi capire e di farsi valere mentre cammina con passi incerti su strade appena scoperte. Sul viso smorfie di fatica e delusione si alternano ad un entusiasmo esagerato e ad un sorriso, immenso ed immancabile.

La guardavo e oltre all'infinita tenerezza che esprimono i suoi profondi occhi neri pensavo a quanto siamo simili. Non parlo solo di somiglianza fisica. La nostra intesa ultimamente va oltre.

Entrambe siamo state catapultate dal nulla in un mondo nuovo, circondate da gente che parla una lingua di cui non cogliamo che una frase qua e la', entrambe incredibilmente impegnate nel decifrare i codici di un universo di cui desideriamo far parte il piu' presto possibile ma in cui ancora troppo spesso ci sentiamo piccole piccole. Lei, ansiosa di poter mangiare, parlare, dipingere e correre come la sorella. Io,  impaziente di aprire il mio cuore al linguaggio e alla cultura Russa.

Perche' viaggiare e' la scoperta di un mondo nuovo che ci riporta un po' anche all'essere bambini e vivere da espatriata a Mosca ha tutto il sapore di un lungo viaggiare nonche' quello di essere tornata un po' bambina.



"Aspettami che prima o poi arrivo anch'io"

lunedì 8 luglio 2013

Moscow mon amour

(ITALIANO)

Non e' stato il classico colpo di fulmine.

Ci sono voluti ben sei mesi per potermi dichiarare sinceramente invaghita di lei. In realta' c'erano stati dei momenti di forte attrazione tra di noi sin dall'inizio, come resistere all'iconica magnificenza di Piazza Rossa o al fascino dei Patriarski Prodi?, ma si trattava comunque di fugaci momenti di piacere che sbiadivano facilmente tra giorni di neve intensa e qualche ingorgo. Non aiutavano a far crescere la nostra relazione le espressioni impietrite della gente, le mancate conversazioni, il gelo e tutto quel buio che spegneva la citta' sempre troppo presto.

Poi pian piano Mosca e' riuscita a far breccia nel mio cuore regalandomi una delle estati in citta' piu' magiche che abbia mai vissuto.

Sara' perche' qui e' da inizio maggio che indossiamo canottiere e pantaloncini,
sara' perche' qui il caldo e' caldo serio,
sara' perche' qui d'estate il sole tramonta alle 11 di sera...

...ma Mosca d'estate vale il doppio.

Non c'e' strada, parco, viale in cui non siano esplosi verdi prati e fiori dai mille colori,
bar, ristorante, caffe' dove non abbiano preparato originali e accoglienti terrazze.
Non c'e' ragazza che non si vesta come se ogni giorno fosse il "giorno del giudizio" e tale appuntamento richiedesse tacchi vertiginosi, vestitini cortissimi, capelli e trucco perfetti (che tutto sommato fa folklore!)
bambino che non corra su e giu' per i mille e uno parchi e parchetti,
Non c'e' Moscovita che non decida di godersi queste folate di vitamina D fino all'ultimo respiro,
e noi insieme a loro!

Oggi vi regalo alcune immagini di una delle perle dell'estate qui a Mosca: il Gorki Park.

Situato in centro citta' sulle sponde del fiume, Gorkava park e' uno dei posti piu' incantevoli di Mosca. Qui e' possibile assaporare il meglio di ogni stagione. D'inverno il parco ospita un'immensa pista di pattinaggio con vere e proprie stradine. Andarci col buio e' un'esperienza davvero notevole da fare all'aperto quando le temperature sono sotto lo zero.  Ma e' d'estate che il parco da il meglio di se'. La sensazione e' quella di essere ad una sorta di carnevale, festival, sagra..tutto insieme. Non c'e' angolo del parco che non vi sappia stupire. Bar di design, suggestive terrazze, angoli pic-nic, giostre, concerti..una citta' nella citta' che non vi stanchera' mai.









(ENGLISH)


It was not love at first sight.

It took me six months to be able to declare myself sincerely in love with her. Actually there were some moments of strong attraction between us since the beginning, how to resist the iconic grandeur of Red Square or the charm of Patriarski Prodi?, but it were still fleeting moments of pleasure that easily faded between days of heavy snow and some traffic jams. It did not help to grow our relationship the petrified expressions of the people, all the missed conversations, the frost and all that darkness which extinguished the city too soon.

Then slowly Moscow managed to make inroads into my heart giving me one of the more magic summers in the city that I has ever lived.

Maybe because we are wearing shorts since the beginning of May
Maybe because when the weather is warm here is really warm
Maybe because in summer the sun sets at 11pm...

...well Moscow in the summer worths double!

There is no road, park or avenue without its green lawn and its many colourful flowers,
There is no bar, restaurant, cafe without an original and cosy terrace,
There is no girl who is no dressed up like if every day were the "day of judgment" and such appointment would require high heels, very short dresses, perfect hair and makeup (which after all is folklore!)
There is no child who does not run up and down for Moscow's thousand and one parks and playgrounds
There  is no Muscovite who does not decided to enjoy these flows of vitamin D until his or her last breath
....and us along with them!

Today I give you some pictures of one of the pearls of summer in Moscow: Gorky Park.

Located in the city centre along the banks of the river, Gorkava park is one of the most beautiful places in Moscow. Here it is possible to savour the best of every season. In winter, the park is home to a huge skating rink with real streets. Going there after dark is a truly remarkable experience to do outdoors when temperatures are minus zero. But it is summer when the park shows its best. The feeling is to be in a sort of carnival, festival, ride, concert .. all together. There are no corner of the park that will not amaze you. Design bars , impressive terraces, picnic corners,  concerts .. a city 'in the city'.


martedì 2 luglio 2013

Transformer

Una mia amica ha tirato in ballo la causa naturale del fenomeno:

" I secondi sono piu' tranquilli per istinto di sopravvivenza"

Come darle torto. Visto il nervosismo dei primi tempi me ne sarei stata buona buona pure io per non venir soppressa in un momento di panico.

La mia amica si e' pero' scordata di specificare che sono piu' tranquilli all'inizio e che poi si trasformano in bestie feroci in grado di superare i fratelli piu' grandi o, almeno, di mettersi in seria competizione con loro.

Il problema e' che riescono a farlo di nascosto (o quasi).

Piggy e' un tipico caso di bambina bronza coerta (chi viene dal nordest mi capira', per gli altri).

Appena nata ha sorpreso tutti per la sua quiete. Visti i precendenti, mi aspettavo una tre giorni di ospedale in stile after hour forzato oltre a dolori spietati durante l'allattamento e invece..sorpresa! La piccola si attacca da subito come da manuale e dorme di continuo, alla faccia delle vicine di letto che fanno le audizioni per l'Arena di Verona. Dorme talmente tanto che nessun parente riesce a vederla con gli occhi aperti per una settimana e tutti credono abbia partorito una bambola. Quando finalmente si decide a socializzare un po' di piu' resta comunque una neonata inverosimilmente chilled out.

Alla prima visita pediatrica il medico sentenzia:

"Se resta tranquilla fino alla sesta settimana allora mettetevi il cuore in pace, la piccola e' tranquilla di carattere! "

Capirete se vi dico che ho passato quelle settimane in ansia temendo ad ogni momento che l'incantesimo si spezzasse. Ecco invece le settimane passare, diventare mesi e Piggy restare pacifica e serena. Allattamento perfetto, sonno perfetto, comportamento perfetto: a casa si e' gridato al miracolo!

Nel frattempo anche la sorella grande cresceva ma lo faceva guardando di soppiatto quella bestia bruttina che attirava gli sguardi ammaliati di mamma e papa'. La quiete di Piggy veniva quindi bilanciata dal terremoto di Pippy che dopo l'arrivo della sorella comincio' a dimenticare di usare il vasetto, fare capricci ingestibili e collezionare sculacciate, castighi e quant'altro.

Tutto questo per un autunno e inverno interi.

Quando ormai ci eravamo abituati a questa bambina pacifica che bilanciava i "problemi di comportamento" di Pippy, ecco che arrivo' l'imprevisto: Piggy uscì da quella quiete letargica in cui si era rifugiata durante i suoi primi dodici mesi ed ebbe luogo
la T r a s f o r m a z i o n e!

L'appetito, espresso fino a quel momento da un dolce lamento, e' diventato tutto ad un tratto l'urlo famelico della foresta. Da brevi e circoscritte gattonate siamo passati alla posizione da bipede e alla specializzazione da subito in scalata (mobili, casse dello stereo, letti, divani...). Da indifesa cavia di una sadica duenne Piggy e' diventata proattiva e furbissima pizzicatrice, esperta tiratrice di capelli e ladra di cibo. Il tutto condito da un lamento continuo dove si esprime un connubio di vizi vari, finte oppressioni e scomodissime rivendicazioni di autonomia obiettivamente esagerate per i suoi 13 mesi.

Che sia arrivato il momento di cambiare lo pseudonimo Piggy con Transformer?

P.S. (per i lettori impauriti dopo aver letto il post: c'e' un lato positivo in tutto cio'! Essere in competizione con la sorella grande fa sprecare tante energie e Piggy arriva devastata alla sera con conseguenti 12 ore di sonno senza alcuna minima interruzione nemmeno quando Pippy entra in camera e canta San Martino Pampanaro a squarciagola!)

Piggy ai tempi della bronza coerta