mercoledì 26 novembre 2014

Questione di istinto

Stasera ho mandato Pippy a letto senza cena (probabilmente facendole pure un favore). E' la seconda sera che fa capricci per quello che le viene servito sul piatto e ho deciso che possiamo passare alla tecnica "quellochenonmangioggitiverra'ripresentatodomani". Ovviamente tale presa di posizione e' stata accolta con una tale perseveranza che ha fatto saltare la dose giornaliera di escondito (=nascondino) e la storia della buona notte. Per Piggy e' stata una tragedia non potersi nascondere dentro la doccia come fa ogni sera (o g n i sera). Pippy invece, ha mantenuto la linea dura. Una volta messa a letto pero' e' crollata all'istante, e allora li mi sono chiesta se era il caso di aver fatto tutto quel caos per quella che probabilmente era solo stanchezza. Quel pensiero e' poi divagato in ragionamenti più' esistenziali su questa mia vita da mamma fatti di sensi di colpa, dubbi, ma sempre tanta tantissima tenerezza.

Ormai e' fatta. Per stasera mi sentiro' in colpa per non aver letto la storia a una bimba che non ha saputo gestire la mia cucina la sua stanchezza e per aver tolto a Piggy quella sua innocentissima voglia quotidiana di nascondersi dentro alla doccia.

Credo che il senso di colpa sia un sentimento che accompagna ogni mamma in minore o maggiore misura e che ha poco a che fare con la quantita' di tempo che si passa insieme ai propri figli, ma piu' con la qualita' di quel tempo. Ma come gestire tutti quegli imprevisti chiamati capricci, stanchezza ecc?

Non trovo una risposta a questo quesito davanti alla TV su cui mi piazzo dopo aver portato a dormire anche Piggy. Non trovo una risposta, ma trovo degli spunti interessanti.

Di solito la TV la uso per collassare dopo la fase messa a letto tra una lavatrice da stendere, i piatti da lavare e la messa in orizzontale della sottoscritta. Non una vera seduta televisiva, piu' una ricerca di passivita' che possa contrastare com l'alto livello di attività' delle mie giornate.

Dicevo. Non una risposta ma spunti interessanti.

Su NAT Geo fanno uno speciale sul rapporto mamme e cuccioli. La prima scena mostra una foca che stringe il suo cucciolo per proteggerlo da raffiche di vento fortissime a -30 gradi. Ha il muso gelato mentre allatta il piccolo ma non sembra farsi problemi quando spinge il pigro cucciolo ad entrare nell'acqua freddissima. Un calcio e splash, la piccola foca nuota sotto gli strati di ghiaccio. Anche i macachi rosa (le scimmie giapponesi) riescono ad apparire carini mentre si immergono nella acque termali per sconfiggere il freddo. I cuccioli se ne stanno aggrappati alle loro mamme ma non mancano momenti di brevi "rifiuti" in cui i piccoli si lamentano per la lontananza della mamma e la mamma visibilmente se ne frega.

Piu' simile a noimammecontemporaneepienediparanoie sembra essere questa piccolissima rana dal colore rosso che vive in Costa Rica e che, a differenza delle altre rane che depongono le uova e se ne sbattono, segue la nascita dei girini e non solo, se li porta dietro finche' sono cresciuti e diventate delle vere rane.

Ma la parte che mi e' piaciuta riguarda un gruppo di elefanti in cammino. Dopo 8 km di marcia il cucciolo si rifiuta di continuare e nella "ribellione" scivola in una pozzanghera di fango. La mamma, presa dal panico, fa di tutto per tirare fuori il piccolo senza riuscirci. Non solo non e' capace ma sembra addirittura che il suo intervento peggiori la situazione. Prende allora in mano zampa il salvataggio la nonna elefante che spinge da un lato mamma elefante  e tira fuori il piccolo. Fantastico!

Insomma se nemmeno Madre
Natura ci e' riuscita a creare degli esseri perfetti, allora perche crogiolarmi cosi tanto?






lunedì 17 novembre 2014

La guerra vista da un finestrino

Qualche settimana fa - E' venerdì e mi godo il lusso di viaggiare in treno senza bambine, dopo tanto.
4 ore e mezza di libertà'. Tra i regali che mi faccio c'e' un quotidiano (proprio quello che non ho mai tempo di leggere), una scatola di ritz (quelli che non posso avvicinare alle bimbe) e un ipad (quello che mi viene immancabilmente sequestrato per vedere Frozen).

Inizio dal giornale.

Tra i titoli in prima pagina c'e' Israele. Approfondisco subito le notizie che raccontano di quest' infinita incomprensione tra due popoli e una nuvola nera si addensa intorno a me. Mentre leggo penso, nel mio piccolo, e nel mio piccolissimo provo a ragionare, nonostante l'irragionevolezza di tutto questo.
Pensieri piu' profondi si intrecciamo a domande elementari, ma tra tutte e' una la frase che mi resta fissa nella mente: mi chiedo come sia possibile che uomini potenzialmente sani di mente non possano trovare una soluzione che porti con se la pace.  Questo sentire, anche se gonfio di dolore, mi fa sentire viva e, per qualche strano meccanismo, in pace con il mondo. Sara' che il pensare all'ingiustizia della guerra mi fa sembrare piu' giusta?

Non faccio in tempo a finire la domanda che un sole fortissimo mi inonda il viso. La sensazione e' forte e infinitamente piacevole. Non solo e' calda, la luce, ma sembra anche ristoratrice. I miei pensieri vagano. Dalla guerra in Palestina passo alle belle immagini che ho custodito durante il mio primo viaggio in Terra Santa.

All'improvviso torna il buio. Non e' una nuvola ma il mio compagno di viaggio. Dietro di me un tizio infastidito dal sole tira giu' la tenda. Peccato che la tenda e' in condivisione. Non riesco a vederlo ma sento i suoi movimenti goffi e il suo sbuffare a un sedile di distanza. Provo a rialzare la tenda senza girarmi. Niente. Il sole non gli va proprio e tira di nuovo giu. I seguenti due minuti sono fatti di io che tiro su la tenda tre o quattro volte e lui che immancabilmente la ritira giu' finche', notevolmente infastidito, mi urla dietro di smetterla. E io, che faccio? Ovviamente gli rispondo per le rime, credendomi nel giusto a volere il sole in faccia.

La nostra battaglia non va avanti a lungo ma resta comunque nell'aria un sapore di guerra. Se questo viaggio durasse piu' di quattro ore, credo non aspetteremmo molto ad odiarci ancora.

E poi mi domandavo come fanno due popoli vicini a farsi del male. 


venerdì 14 novembre 2014

Capitolo Milano starts now

Prima di provare a rianimare questo blog urge un aggiornamento sulla mia vita.
Come dice la mia amica Laura sono passata da mammaespatriata con un cazzo da fare , studentessa a tempo perso e una donna di servizio costante a mammaespatriatainpatria con un lavoro, due bimbe scatenate e un marito in costante trasferta di lavoro...il tutto con un aiuto in casa bisettimanale che non basta mai. 
Una vita al contrario insomma.
Ma questo lavoro l'ho voluto io e come si suol dire..hai voluto la bicicletta?

Capitolo "M i l a no"

Mosca sembra ormai anni luce..o sembra ieri, dipende. Nel frattempo ci adattiamo a questa Milano che vicino alla nostra capitale innevata sembra un pulcino spennacchiato ma che ha i suoi perche' e noi siamo piu' che intenzionate a scoprirli tutti.

Seguendoilconigliobianco..capitolo "M i l a n o" starts now!


martedì 3 giugno 2014

La monarchia spiegata a mia figlia

"Mami chi e' quelo?"
"Undonnaiolocacciatoredielefanti eh... e' il re di Spagna tesoro, si chiama Don Juan Carlos"
"E quelo mami?"
"Unfantocciomediamentecarinoparticolarmentespilungone...quello e' suo figlio il principe e futuro re ahime''"
"E la sua regina?"
"La regina e' quella signora minuta e rifatta vicino al Re"
"Mamma ma non ha i capelli lunghissimi come Rapunzel!!"
"No, (ci mancava solo quello)"
"Ma mamma hanno poteri quei re e regina?"
"m...m....diciamo che possono fottereilfiscosenza(quasi)conseguenze m...m...m...a dire il vero non mi sembra"
"Potranno guarire le persone forse come Rapunzel? O forse hanno il potere di congelare il regno come Elsa?"
"Ecco Pippy hai detto proprio una cosa giusta...credo che il loro potere sia proprio quello ....
congelare il regno."
"Ohhhhhh"

beatainnocenza


domenica 18 maggio 2014

Capitolo Milano.

Non voglio sapere quando e' stata l'ultima volta.
Pensieri di chiusura hanno affollato la mia testa - lo ammetto.
E' un po' come la famosa piantina  lasciata in terrazzo.
Quando l'avevate comprata era piccolina, poi l' avete annaffiata e curata e lei ha dato i primi segnali di vita. Vi ha regalato timidi risvegli a primavera per poi afflosciarsi ogni tanto riprendendosi alla prima annaffiata. Una vita di stenti diciamocelo ma senza mai pero' morire. Poi quel terrazzo dove prima bazzicavate e' stato un po' lasciato a se stesso e cosi' anche la piantina.
Potrei tirare fuori le solite scuse, e lo faro' ma senza crederci troppo.
Diciamo che oggi mi sono ricordata di dare l'acqua alla piantina. Spero di farlo con una certa regolarita' anche ora che da Mosca ci siamo trasferiti a Milano, che da mamma liberty studentessa sono diventata mamma lavoratrice.

Glugluglu....

Si apre un nuovo capitolo. Milano.

Per quelli che ci chiedono quanto durera' rispondo che, come al solito, il bello sta nel non saperlo.
E senza saperlo, o meglio, senza volerlo sapere si vive a Milano. Anzi, si torna a Milano.
Da fidanzata convivente a sposa mamma di due. Due modi di vedere Milano? Si e no.
Milano nel frattempo e' cambiata anche lei e sara' bello parlare di questo cambiamento e scoprire gli angoli segreti e meno segreti di questa citta'. Ce la posso fare..ce la posso fare....






domenica 27 aprile 2014

Pianeta CUBA: l'isola Che C'e'


L'ultima teoria geofisica di Pippy e' che la nostra terra sia fatta di pianeti. Mi spiego meglio.
Se Pippy deve andare da Mosca in Italia come ci e' appena successo, lei specifica che si e' trasferita dal pianeta Mosca al pianeta Italia. Non parliamone se deve andare in vacanza a Cuba come abbiamo fatto lo scorso febbraio.

"Nui adesso andiamo al pianeta Cuba!"

Come darle torto.  Cuba e' davvero un altro pianeta.

Lasciamo da parte le disquisizioni di natura politico-sociale per soffermarci sul lato puramente idealista perche' Cuba, al di la' di una repubblica paralizzata e soffocata (anche se si vedono delle aperture), e' anche l'isola del Che e Che e' sinonimo di idealismo. Una specie di Robin Hood dei Caraibi insomma.

Avete presente i crocifissi appesi nelle aule delle scuole quando eravamo bambini? (Forse oggi dopo tante polemiche sono stati rimossi). Beh a Cuba al loro posto c'e' l'immagine di Ernesto Che Guevara. Non c'e' angolo, casa, negozio che non abbiano un ritratto del guerrigliero argentino.
A Cuba non c'e' angolo, casa negozio che non ispiri platonismo.
A Cuba non c'e' angolo, casa, negozio che non dica: "fermati..e pensa...credi davvero che il tuo "pianeta" sia quello piu' giusto?".

CUBA + BAMBINI = ?

Alcuni di voi si staranno chiedendo se davvero abbiamo portato i pargoli in vacanza ai caraibi. Ebbene si. Cuba e' risultata essere, per nostra esperienza, una perfetta meta, non solo per una vacanza ma per un vero e proprio Viaggio con Bambini.

Ecco una brevissima lista del nostro viaggio:

3 settimane
2 adulti + 2 bambini
casas particulares
tanti colibri
arrivo Havana + 4 giorni in citta'
1 macchina e 1800 km da suddividere in 9 tappe da 2 (minimo) 3/4 giorni l'una
Avana-Las Terrazas-Vinales-Cayo Levisa-Matanzas-Cayo Santa Maria-Cienfuegos-Trinidad e ritorno all'AVANA.

L'idea era quella di visitare meta' isola (tutta in tre settimane sarebbe stato un tour de force senza possibilita' di approfondimento) con soste da almeno tre/quattro giorni per dare il tempo alle bambine di abituarsi ma anche per poter immedesimarsi meglio nello spirito di ogni luogo. Da casa abbiamo prenotato le prime notti a L'Avana e una macchina. Per il resto ci abbiamo pensato strada facendo. A Cuba funziona molto bene così.

Un veloce passaparola e' bastato a trovare una casa particular di fiducia nella zona di Nuevo Vedado, quartiere leggermente periferico (5/10 minuti di taxi da l'Avana Vieja) ma molto verde e tranquillo. Ad accoglierci: Rene', niente meno che un ex-guerrigliero del Che e sua moglie, ex-combattente anche lei. Da loro a colazione si mangia pane e politica ma e' davvero affascinante sentire di prima voce i fatti della Revolucion. Racconti di passato e non solo, anche tante previsioni per il futuro che cercano di rispondere alla domanda da un milione di dollari: 

Quale Cuba fra vent'anni?

* A proposito, per rispondere a questa domanda vi rimando ad un interessante (e speranzoso) articolo apparso su L' Espresso del 24 aprile " Da Fidel a Canel".

L'Avana, Plaza de la Catedral

Iniziamo l'esplorazione dell'Avana dotati di un passeggino a testa. La scena dev'essere alquanto comica visto che attiriamo numerosissimi sguardi. Molti si avvicinano per chiederci se Pippy e Piggy sono jimaguas (gemelli) cogliendo poi l'occasione di parlarci dei loro bimbi o dei loro nipoti. Contrariamente a quanto ci aspettiamo, praticamente nessuno ci assale per chiederci di dargli qualcosa o, se lo fanno, nessuno risulta pesante o molesto. Anzi. I cubani sono gente estremamente easy

Che ai cubani piacciano molto i bambini ci e' immediatamente chiaro. Ma la simpatia e' reciproca. Anche ai bambini piacciono molto i cubani. Ce ne accorgiamo dall'estrema naturalezza con cui le due girano questa citta' caotica ma anche estremamente accogliente, dove la musica dal vivo fa da colonna sonora al nostro curioso e piacevolissimo gironzolare per le colorate vie dell'Avana Vecchia. 

Il famoso Malecon, lungomare havanero e luogo d'incontro per giovani cubani al tramonto.
 
    L'Avana, Paseo del Prado. Giovani studenti cubani durante l'ora di educazione fisica.
    L'Avana, Piazza della Cattedrale, scorcio
   L'Avana, Ballerini

Dopo la capitale, pur sempre una metropoli anche se a Cuba, ci spostiamo a ovest verso Vinales alla ricerca di po' di relax e aria pulita.

    Vinales, terra di suggestivi paesaggi

Se mi chiedessero di scegliere una parte di Cuba direi che e' impossibile rispondere a tale domanda. Cuba ha una bellezza davvero troppo varia per fare classifiche. Se proprio dovessero insistere allora credo che risponderei Vinales. Difficile non venire rapiti dalla bellezza di questa campagna incontaminata dove uomini ed animali sembrano convivere in  un'ancestrale simbiosi. Naturalmente tale meta e' stata tra le preferite anche dalle bambine entusiaste dall'idea di potersi rotolare sul prato tra capretti e cavalli. Trovare casa a Vinales non e' affatto difficile. La citta' e' disseminata di casas particulares. Praticamente tutti hanno una stanza o piu' da affittare e se non ce l'hanno se la inventano. That's Cuba!


I paessaggi di Vinales sono mozzafiato. In queste foto potete vedere i tipici mogotes delle colline dalla forma tozza e coperte di vegetazione, unici di questa regione.
   Pippy dietro l'obiettivo, "Piccole fotografe crescono"
 scolara
    Vita mattutina
   Case lungo la strada

    Pinar del Rio, Piantagione di tabacco

Visitare una delle tante piantagioni di tabacco a Cuba e' una tappa d'obbligo, meglio ancora se una di    quelle fuori dal giro della guide perche' troverete un'accoglienza piu' intima e prezzi piu' bassi. Se avete intenzione di comprare dei sigari inoltre, non fatelo in citta' dove il marchio vi fara' pagare lo stesso sigaro ad un prezzo piu' alto, fidatevi di quelli che vi propongono direttamente i produttori. Spesso sono gli stessi sigari semplicemente senza il bollino. Per visitare una piantagione non troppo conosciuta (ma ugualmente valida) non dovete fare altro che chiedere a qualcuno per strada a Pinar del Rio che vi accompagni o che vi indichi la strada. Si faranno sicuramente in quattro. Noi ci siamo andati accompagnati da un ragazzo che lavorava come benzinaio. Non c'e' stato il tempo di accennare alle piantagioni che in dieci minuti eravamo nel mezzo dei campi di foglie di tabacco. In compenso la pompa di benzina e' rimasta scoperta! Bienvenidos a Cuba!


    Cayo Levisa

La campagna cubana e' meravigliosa ma non dimentichiamoci che siamo ai Caraibi e Caraibi vuol dire spiagge da sogno. Ecco una di quelle che abbiamo visitato. Situata a un'ora di macchina da Vinales, l'isola Levisa (Cayo vuol dire isola) e' un piccolo paradiso di mangrovie, acqua cristallina e sabbia perlata. Per una sosta romantica vi consiglio di restarci la notte in uno dei bungalow sulla spiaggia. Uno dei piu' "ecosostenibili" che abbiamo incontrato in una Cuba ormai invasa dalle catene di hotel all'inclusive.


Altre tappe lungo il cammino....
                          Matanzas
Matanzas, al tramonto le piazze della citta' di riempiono di gente
Matanzas, vista sulla Plaza central
Matanzas, barbiere

Trinidad, la piu' antica





martedì 22 aprile 2014

Compleanni e telepatia

Pippy dorme da sola nel suo lettino da quando aveva tre giorni.

A differenza di molti genitori in preda a bambini che si impossessano del loro materasso durante la notte, io non ho mai provato quella sensazione. Pippy sul nostro lettone viene solo per svegliarci (a ore spesso improbabili) o per saltare.

Eppure confesso di averci provato a farla dormire accanto a me. Sempre senza successo.

Questa notte invece e' successo qualcosa di strano. Era la notte precedente al giorno del suo compleanno. 

Succede che Pippy si svegli di notte ma se fuori e' ancora buio di solito torna a dormire o, al massimo, butta li un urlo perche' vuole acqua o per farsi accendere la lucetta spaventalupiecoccodrilli. Il tutto in uno stato di semiveglia e semincazzatura. Stanotte quando Pippy si e' svegliata fuori era decisamente ancora buio ma lei non e' tornata a dormire e nemmeno ha buttato li' un urlo per l'acqua o per la lucetta. Si e' svegliata ed e' rimasta zitta.

So che era sveglia perche' anch'io lo ero e ho sentito i suoi occhi aprirsi e vagare anche ad una stanza di distanza..

La mia insonnia, dovuta forse a questa casa dai rumori ancora nuovi, aveva dato il via a un ripercorrere la notte del 22 aprile di 4 anni fa. Era piu' o meno la stessa ora e io lottavo con le prime contrazioni. Nella mia mente ho rivisto tutti i momenti salienti di quel giorno in modo molto preciso, così come non mi era mai successo.

Non so cosa stesse pensando la testolina di Pippy mentre era distesa sul suo lettino ma quando mi sono decisa ad alzarmi l'ho trovata un po' confusa immersa nell'oscurita'. Non impaurita come spesso accade, solo stranamente pensierosa. L'ho abbracciata e me la sono portata con me nel lettone e, per la prima volta, ha accettato di dormire accanto a me senza pretendere di fare le capriole. Non solo accanto a me ma letteralmente avvinghiata a me. Esattamente come ha fatto in quei primi tre giorni di vita di quattro anni fa quando uscita dalla pancia deve aver pensato "Che mondo sara' mai questo?".

Da allora il mondo l'hai conosciuto anche troppo piccola Pippy ma e' bello pensare che nonostante le numerose strade, nonostante l'asilo, nonostante il lavoro, nonostante tutte le piccole e grandi scoperte di ogni giorno, e' bello pensare che c'e' ancora un po' della sicurezza e del calore di quel posticino così speciale che hai abitato per nove mesi. Ed e' ancora piu' bello che venga riscoperto in una data così importante, nel mezzo della notte, attraverso la telepatia.

B u o n  C o m p l e a n n o !





sabato 29 marzo 2014

Cose che succedono in un anno e mezzo

Si dice che il tempo vola. E non sono qui per negare tale affermazione.

Anzi.

Che il tempo voli lo sento eccome mentre, seduta sul divano di un residence milanese, guardo dalla finestra un quartiere ormai quasi sconosciuto. Mi domando che fine ha fatto quella me stessa che sei anni fa passava qui sotto in bicicletta sfrecciando verso il lavoro.

Sembra davvero passato un secolo.
O sembra ieri?

Senza andare tanto lontano mi domando che fine ha fatto quella me stessa moscovita. Una notizia e "puff" un anno e mezzo mi vola via davanti agli occhi come in un film.

Un anno e mezzo che doveva essere uno dei periodi piu' difficili trasformatosi in una delle piu' interessanti esperienze.

Un anno e mezzo che aiutoquiparlanolalinguadeimarziani e poi all'improvviso aiutoparlounpodirussoanch'io...emipiacepure.

Un anno e mezzo di incontri a sotto zero diventati calde scoperte.

Un anno e mezzo e una citta' fa breccia nel mio cuore.

Un anno e mezzo e una bimba impara a fare la sorella maggiore di una bimba che impara a camminare con vista Cremlino.

Un anno e mezzo di fughe che diventano grandi tesori (Mauritius, Toscana, Costiera Amalfitana, Valencia, Croazia).

Un anno di persone diventate amiche per destino.

548 giorni..giorno piu' ma non giorno meno...

Mosca. Il tuo e' un addio nel cuore.








sabato 1 febbraio 2014

Frozen in Moscow

Un amico, di quelli che ogni tanto fanno tappa a Mosca per lavoro, mi faceva notare l'altro giorno la faccia seria dei russi. Pochi sorrisi, sguardi lobotomizzati e passo veloce di chi corre da qualche parte senza importarsi di cosa gli succede intorno.

Io dico.
Ma avete presente cosa possa essere vivere tutta la vita...ripeto..t u t t a l a v i t a in un paese dove l'inverno dura sette mesi, piu' della meta' dei quali sotto zero e piu' della meta', della meta' dei quali addirittura al gelo?

Sono sicura che non avreste un cavolo da ridere nemmeno voi e che quello sguardo lobotomizzato sarebbe la conseguenza di un pensiero fisso mentre camminate con i peli del naso ghiacciati:

voglio andare a casa, voglio andare a casa, voglio andare a casa, voglio morire , voglio andare a casa

Non voglio giustificare la faccia da culo dei russi che in fondo in metro' a +30 potrebbero anche sciogliersi, quello che voglio dire e' che il freddo e' legato indissolubilmente alla genetica e i russi nei loro DNA hanno molto probabilmente qualcosa che si e' congelato. Cerchiamo anche di capirli suvvia!

Ma non e' dei sorrisi mancati che mi preoccupo in queste giornate di freddo estremo.

Mi guardo in giro ed e' vero: tutti camminano veloci con sguardi spenti.

Babushke super seriosnie munite di carrello della spesa, vecchi con montoni che sembrano armadi, mamme con neonati sigillati in sacchi a pelo multipelo e multistrato, ragazze con tacchi antiscivolo testati per resistere a temperature (e scivolate) estreme, signorotte di mezza eta' con pellicce tigrate, ragazzine con la sciarpa di lana fasciata sulla testa...


Tutti.
O quasi.

C'e' chi non ha un posto dove andare e allora gira intorno a se stesso cercando di combattere quel freddo senza potersi consolare con il pensiero vado a casa, vado a casa perche' la casa non ce l'haForse per davvero loro vorrebbero morire, o forse no. Di certo mettersi nei loro panni fa venire strani pensieri.


Mosca, un pomeriggio d'inverno

A Mosca le giornate invernali piu' fredde sono spesso accompagnate da un sole fortissimo.Visto dalla finestra il cielo potrebbe ricordare quello dell'Avana. Peccato che il meteo dica - 25.
Dopo qualche ora in pantaloncini e maglietta a lamentarmi di quanto caldo ci sia in casa nonostante tutti i termosifoni siano spenti, decido di uscire. Sentiro' freddo lo so, probabilmente mi congelerò' dopo pochi minuti lo so, e' la scelta sbagliata lo so .... ma e' piu' forte di me. Dopo mesi di pioggia e grigio questo sole mi attira troppo in tentazione. Mi vesto ed esco.

Non contenta decido di avventurarmi in uno dei miei angoli preferiti della citta': i Patriarshiye Prudi.
Non contenta chiamo Ale e lo invito a raggiungermi li dopo il lavoro per un aperitivo.
Non contenta appena arrivo mando via il taxi.

E cosi io e Ale ci avventuriamo nel quartiere.

Probabilmente nessuno dei due e' molto felice della scelta fatta ma non vogliamo ammetterlo e continuiamo a camminare. Il laghetto (o stagno, in russo prud) da cui per l'appunto prende il nome il quartiere, e' ghiacciato e i bimbi giocano con slittini e pattini. La scena e' molto romantica nonostante le basse temperature. Io e Ale attraversiamo il laghetto scivolando ogni pochi passi. E' divertente e in fondo, pensiamo, le dita delle mani che ora non sentiamo piu' e i piedi che sembrano esserci stati amputati torneranno a funzionare a breve quando varcheremo la soglia di quel bar che ci siamo promessi. Nonostante l'immagine del bar nella testa non posso non pensare a quanto e' doloroso questo freddo e un po' mi lamento senza ricordare che tutto cio' e' stato voluto da me. A casa mia c'e' qualcuno che ripete spesso "se stai a casa non succede"...quella frase mi fa tin-tin nella testa.
All'improvviso e' un'altra scena a lasciarmi di gelo.

Sull'angolo del laghetto ghiacciato diventato pista di pattinaggio due donne con vestiti logori e dall'aspetto malconcio ridendo si abbracciano. Non sono vecchie babushke, ragazze con i tacchi antiscivolo, ragazzine con la sciarpa legata intorno alla testa o signore di mezza eta' con pelliccia e rossetto. Queste donne non hanno nessuna spesa da fare, nessun tacco, nessuna bella sciarpa e tantomeno una pelliccia e un rossetto. Sono chiaramente due senzatetto i cui pochi possedimenti giacciono li' vicino in una valigia logora quanto il loro cappotto.

Ma torniamo a quel sorriso (e ai -20 gradi)

Le due donne ridendo si abbracciano. Una di loro cerca di nascondere una bottiglia di vodka in un sacchetto di plastica mentre fa qualche sorsata. Mentre ridono noto come i loro occhi azzurrissimi contrastino con la loro pelle sporca e i denti marci.
Sarebbe bastata l'immagine di quel sorriso e dei loro occhi azzurri a toccarmi ma c'e' altro che mi colpisce: ai piedi hanno i pattini da ghiaccio.
Mi allontano...senza potersi muovere il freddo e' davvero antipatico.
Mi allontano e penso che la poverta' puo' avere molte facce soprattutto qui in Russia dove il clima davvero non aiuta ma dove la cultura e la tradizione, probabilmente quelle di una volta, hanno saputo regalare a tutti una, seppur minima, via d'uscita...a volte...


lunedì 27 gennaio 2014

Proprieta' privata

Posso buttare li' una considerazione pseudo "politica" cosi senza arte ne parte?

Mi domando come si possa pensare che la formula del comunismo possa funzionare quando la proprieta' privata e' qualcosa di così insito nell'essere umano.

Mi spiego meglio.

Li avete visti i bambini? Prima di mamma e papa', prima dell'equilibrio, prima di riuscire a tenere da soli una forchetta in mano sono li che difendono i loro giochi con una ferocia assassina. Non importa chi ci sia davanti, non importa se il gioco l'ha portato un altro bambino: da quelle boccucce così carine e innocenti uscira un MIO chiaro e tondo probabilmente ancor prima che siano riusciti a stare seduti da soli.

Vi sembra possibile educare queste creature alla fraterna condivisione? Onestamente per adesso la vedo dura.

In piu' non basta difendere a spada tratta i propri giochi davanti agli amici al parco, il campo di battaglia piu' sanguinoso e' quello casalingo contro i propri fratelli.

Da noi funziona cosi'

C'e' una regola a casa nostra (decisa da lei stessa) per cui tutti i giochi che si trovano dentro le mura domestiche sono di Pippy. Non importa se il coniglietto e' stato portato a Piggy per il suo compleanno.

Se a Pippy piace diventa suo.

L'altra regola, che non lascia scampo alla prima, e' che se e' stato portato a Piggy irrimediabilmente piace a Pippy. 
Non importa se e' un sonaglio per neonati o un biberon, Pippy provera' sempre e comunque a rivendicarlo.

La terza regola riguarda i famosi giocattoli uguali. Avete presente l'ospite (santo ma illuso) che porta due peluche  i d e n t i c i alle sorelle perche' a conoscenza della gelosa possessivita' della maggiore?
Ingenuamente credevo che quella sarebbe stata la soluzione.
Mi sbagliavo.
Pippy e' una grande osservatrice in grado di differenziare tra due qualsiasi giocattoli fatti in serie (gia' me la vedo da grande in catena di montaggio a controllare che i prodotti siano tutti uguali con occhio felino).
Non importa se voi non ce la fate a notare proprio nulla neanche con la lente d'ingrandimento, lei vedra' quel filino grazie al quale potra', se non proprio rivendicare entrambi i regali, almeno sceglierli.  Perche' la quarta regola prevede che, se proprio non e' possibile prendere entrambi i giocattoli (ogni tanto si rendono conto di esagerare) vale comunque scambiarli per esprimere la propria forza.

Quello dello scambio e' una mossa con cui in realta' provo sempre a fregare le nane. Se ad esempio voglio regalare loro due magliette dovro' sempre dare a Pippy quella destinata a Piggy e viceversa. Cosi sono sicura che ognuno avra' la maglietta giusta. Ma non sempre funziona nemmeno questo. L'ultima volta Pippy ha scambiato i regali per circa 20 volte finche' nemmeno io ho capito piu' quale delle magliette era destinata a chi e ho perso la pazienza.

Vogliamo poi parlare di quei giocattoli rimasti in un angolo per mesi. Quel peluche triste e polveroso che nessuno ha mai piu' toccato. Arriva Piggy e mossa un po' dalla mancanza di altri giocattoli disponibili (sempre sotto le grinfie di Pippy) e un po' da un sentimento di pieta' lo prende e inizia a giocarci...due secondi e quel giocattolo diventa la cosa piu' importante sull'intero pianeta. Urla demoniache accompagnano un tiraggio violento che finisce con il solito possesso forzato.

Quest'operazione non finisce mica li. Quell'orsetto verra' poi custodito per giorni e giorni. Magari in un altro angolo della casa, probabilmente di nuovo dimenticato da tutti ma, ed e' quella la cosa piu' importante, comunque irraggiungibile da Piggy.

E quella povera "vittima" in tutto cio', vi domanderete voi.

Che non vi venga in mente di immaginare una bambina sacrificata e devota. Furbescamente lei si trattiene per poi sfogare tutto con gli amichetti della sua altezza e cosi, al senso di possesso innato si aggiunge quella repressione, ugualmente innata, di chi non ha niente quando l'altro vicino a te ha tutto...












giovedì 16 gennaio 2014

Vacanze e Indigestione; l'arte del vivere all'ora

Rieccomi.
E rieccoci a Mosca.

Dal mio ultimo post ho:

- passato un esame che mi rende parlantedirussoclassificatalivelloA2 (questo in parte dovrebbe giustificare il ritardo con cui mi rifaccio viva sul blog...)
- salutato il vecchio anno con nostalgia
- accolto quello nuovo con ottimismo

La prima di queste azioni mi rende in grado di aggiungere alla mia comunicazione inizialmente fatta di segni + smorfie + poche parole, una serie di frasi di senso (pure) compiuto. Diciamo che ho cominciato a farmi valere quando nei negozi la commessa (spesso timida o svogliata) mi vuole scaricare con un NIET senza spiegazioni o quando la solita vecchia in farmacia vuole passarmi davanti perche' e' tanto di fretta. Nel frattempo affino i miei poteri per poter leggere "Guerra e Pace" in originale, magari fra 30 anni...

Le ultime due azioni invece si sono svolte in Italia.

Come da copione quelli che dovevano essere giorni infiniti di relax si sono trasformati nelle soliti incomprensioni/insoddisfazioni/scomodita' di una famiglia di quattro che accumula voglia di pizza, calore familiare e amici per poi sfogarsi in pochi giorni all'anno con tutti gli inconvenienti del caso: troppe indigestioni, troppi parenti e troppi appuntamenti in una volta sola.

Indigestione.

Questa e' quella che mi sono beccata dopo aver esagerato con le quattro stagioni e questa e' la sensazione che mi porto dietro guardando a quei giorni. Ma quest'overdose ha dei problemi alla base, diciamo che sono state sbagliate le dosi dell'impasto.

Vivere all'estero mi ha sempre fatto credere (e lo fa ancora inconsciamente) di avere una sorta di "diritto" quando torno temporaneamente a "casa".

Diritto di gestire il tempo degli altri
Diritto di riposo assoluto
Diritto di farsi i fatti propri
Diritto di "scaricare" le bambine
Diritto di vedere gli amici

Il sapore amaro con cui spesso me ne vado mi ha portato piu' di una volta a riflettere su cosa veramente ci sia di sbagliato dietro a tutto questo ma e' difficile venirne fuori. Credo che quel "diritto"mi porti a pensare che il mio tempo a "casa" sia una vacanza non solo per me ma anche per gli altri, per non parlare di tutti i cambiamenti che gli altri devono fare alla loro vita quotidiana per stare dietro ai nostri bisogni.

Eppure non riesco a sentirmi troppo in colpa (non del tutto almeno).

So di deludere la mia famiglia ma davvero non so come gestire quei pochi giorni a casa senza scombussolare la loro quotidianità', senza spezzare i loro desideri o le loro idee. Piantarsi in una casa dove regnano sempre ordine e pulizia con due nane alla riscossa non e' una cosa facile da gestire e lo capisco ma credo anche nella capacita' delle persone di capire che si tratta di pochi giorni e che la vita a volte ha bisogno di trovare menti flessibili dietro agli eventi soprattutto quando sono di cosi' "piccole" dimensioni.
Ma non e' nemmeno li il problema.
Il problema sta dietro alle menti contorte delle persone (me compresa) e all'incapacita' di stare "tranquilli", di fidarci degli altri anche quando si e' in silenzio e all'impossibilita' (cronica) di vivere all'ora quando i giorni sono contati.

Meno male che quelle incomprensioni poi sfumano con la lontananza, anche se e' proprio la lontananza a ricrearle poi.

Diciamo che quella del vivere all'ora e' una capacita' che ho acquisito anche quando i giorni non sono così contati.  Vivere all'ora + vivere d' illusione = combinazione perfetta per giorni sereni e felici. Ve la consiglio!

Vi lascio con una frase tratta da uno dei piu' bei libri da uno dei miei scrittori preferiti...aspettando un prossimo e piu' sereno ritorno a "casa".


"L'illusione non si mangia - disse la donna - Non si mangia ma alimenta - ribatte il colonnello"
G. G. Marquez
"Nessuno scrive al colonnello"


Inoltre... siccome sono stata via per un bel po' vi faccio un anticipo veloce su una rubrica che voglio inaugurare molto presto dove parlerò' di bambini in fotografia. Qui sotto potrete trovare alcune perle di una fotografa russa scoperta di recente per la sezione mamme fotografeElena Shumilova. Non so voi ma io ne sono rimasta incantata...